Canapa

Bio Canapa Abruzzo  Prodotti a Base di Canapa Sativa Certificata.
L’Attenta Scelta dei Produttori e del Tipo di Produzioni.

Con la canapa si potrebbero salvare ogni anno centinaia di milioni di alberi, produrre ogni tipo di tessuti, fabbricare carburanti, materie plastiche e vernici non inquinanti. Tutta la pianta è utilizzabile, dal fiore ai semi. Con i semi della canapa si potrebbe colmare la carenza di proteine dei paesi in via di sviluppo. Salvare l’ambiente, produrre la carta in modo non inquinante e senza sacrificare gli alberi, sostituire i prodotti chimici del petrolio migliorare i conti con l’estero e creare nuovi posti di lavoro.

“Sativa” significa utile, e “cannabis” canapa. La canapa è una pianta che è stata utilizzata fin dalla preistoria.

Caratteri botanici

La Canapa è una specie annuale, con radice fittonante e fusto eretto, più o meno ramificato, robusto, dapprima pieno poi cavo, alto fino a 4 metri. Le foglie sono prevalentemente opposte, picciuolate, palmatosette, con 3-9 segmenti lanceolati, acuminati, seghettati, pubescenti. Generalmente è una specie dioica, presentando le infiorescenze maschili e femminili su piante diverse. I fiori maschili sono riuniti a formare delle infiorescenze, dette pannocchie, poste in posizione ascellare, mentre quelli femminili sono appaiati, sempre in posizione ascellare, ma in corrispondenza delle due stipole, piccole, acuminate e caduche. Il frutto è un achenio, comunemente chiamato seme di canapa o canapuccia. La forma è comunemente ovoidale, ma a volte quasi sferica. Il colore non è uniforme, ma si presenta più o meno macchiettato, grazie ad un reticolo di fasci vascolari situato sotto l’epidermide del pericarpo. Predomina il bruno, talora olivastro o tendente al rossiccio, ma non mancano frutti più chiari, biancastri e verdognoli. Contiene un unico seme, racchiuso in un pericarpo sottile di consistenza cornea, indeiscente, bivalve (peso 1.000 semi pari a 20-22 grammi).

Esigenze ambientali

La canapa riesce ad adattarsi ai più svariati ambienti, anche se i migliori risultati produttivi si ottengono in zone umide e con temperature di 20-25°C durante tutto il ciclo e nei terreni argillosi e fertili.
Il miglioramento genetico (fatto in passato anche in Italia) ha portato alla costituzione di varietà ad elevata percentuale di fibra.

Tecnica colturale

In quanto coltura da rinnovo, necessita di aratura profonda e successivi lavori di affinamento del terreno poco prima della semina. La semina, fine aprile-primi maggio, viene fatta a file distanti 15-18 cm, in modo da ottenere, alla raccolta, un investimento di 100-200 piante a metro quadrato, che si raggiunge impiegando circa 60 kg/ha di seme. Dal punto di vista nutritivo, la canapa è molto sensibile alla concimazione azotata: la carenza di tale elemento comporta una notevole riduzione dello sviluppo della pianta. Per ottenere una buona produzione è necessario apportare 150 kg/ha di azoto, 150 kg/ha di fosforo e 100 kg/ha di potassio. Normalmente l’iirigazione è superflua al Nord. Per quanto riguarda le infestanti, la canapa, una volta conclusasi la fase di emergenza, non presenta problemi perchè ha uno sviluppo molto rapido e manifesta una elevata competitività.
Raccolta e utilizzazione

Se la raccolta riguarda esclusivamente la bacchetta viene effettuata in corrispondenza della fioritura femminile (prima metà di agosto); se si vuole ottenere anche la produzione di acheni, viene posticipata alla fine di settembre. Un tempo la raccolta veniva fatta a mano; oggi è meccanizzata, anche per il fatto che la canapa è ormai utilizzata per prodotti diversi da quelli del passato. Per la preparazione di carte speciali , infatti, viene usata la bacchetta verde, che subisce il processo di stigliatura per separare la parte legnosa, o canapulo, dalla fibra. Una buona produzione di bacchetta verde è pari a 120-150 quintali ad ettaro. La fibra ottenuta (12-15 quintali) viene impiegata per la fabbricazione di tessuti, filtri e isolanti termo-acustici. Dalle piante femminili si può utilizzare anche il seme (fino a 15 quintali ad ettaro), utilizzato per l’estrazione di olio impiegato per la produzione di colori e vernici. Il materiale che rimane dalla stigliatura può essere impiegato come lettiera, mentre i panelli di estrazione vengono impiegati nell’alimentazione zootecnica.

La canapa è una specie annuale erbacea, con stelo rigido ed eretto, le cui dimensioni in altezza variano da medie ad alte. Presenta una radice primaria ben sviluppata e con numerose radici secondarie; chiaramente la morfologia dell’apparato radicale è collegata con il suolo/substrato sul quale la pianta si sviluppa, tendendo ad approfondirsi se particolarmente sciolto o rimanendo superficiale se compatto.

La canapa varia notevolmente nelle sue caratteristiche morfologiche e chimiche al variare delle condizioni pedo-climatiche.

Quando cresce in zone ben illuminate e su terreni ben drenati e con una buona presenza di nutrienti ed acqua può raggiungere un’altezza di 5 metri in un periodo di coltivazione compreso tra i 4 ed i 6 mesi.

La canapa è specie normalmente dioica sviluppando fiori maschili e femminili in piante separate, sebbene esempi di fiori monoici (fiori di entrambi i sessi in una stessa pianta) si riscontrano occasionalmente in individui geneticamente dioici.

La canapa è una specie ad impollinazione anemofila. L’impollinazione può avvenire tra piante site anche ad alcuni chilometri di distanza.

La semina avviene, nei paesi a clima temperato, nel periodo primaverile e normalmente la germinazione avviene in un periodo compreso tra i tre ed i sette giorni con l’ emergenza dell’ epicotile portante due cotiledoni di forma ovale, carnosi e a lembo intero. La prima foglia vera si ha ad un’altezza di 8-10 cm dal suolo ed è costituita da un paio di singole foglioline orientate in modo opposto e con il lembo seghettato.

Le successive paia di foglie si innalzano a coppie opposte e sono differentemente formate in numero di foglioline a seconda della sequenza di sviluppo; infatti la seconda coppia ha tre foglioline, la terza ne ha cinque, e via via fino a raggiungere anche undici-tredici foglioline per singola foglia.

L’altezza raggiunta dalla pianta e la lunghezza delle successive fasi fenologiche dipendono dalla data di fioritura, determinata a sua volta dalla varietà e dal fotoperiodo, essa infatti mostra una duplice risposta al fotoperiodo. Nei primi due-tre mesi di crescita a fotoperiodo lungo (16-18 ore di luce giornaliera) risponde ad un aumento del numero delle ore di luce giornaliere con una crescita vegetativa sempre più vigorosa, riuscendo ad accrescersi in altezza fino a 10 cm al giorno durante i giorni estivi a fotoperiodo lungo; dopo richiede un numero di ore di luce giornaliere inferiore (fotoperiodo corto) per fiorire e completare il suo ciclo vitale. Il numero di ore giornaliere critico per indurre la fioritura è variabile dalle 12 alle 14 ore.

La conoscenza della risposta al fotoperiodo è di fondamentale importanza nelle coltivazioni di canapa terapeutica in quanto queste ultime, non venendo effettuate in pieno campo e quindi non seguendo il normale ciclo biologico della pianta, dovranno essere condotte con criterio e non commettendo assolutamente errori nell’illuminazione per non compromettere la produzione. La coltivazione della canapa terapeutica viene effettuata in ambiente “indoor” (cioè in condizioni ambientali completamente artificiali) o “semi-indoor” (cioè in serra con apposito impianto di illuminazione e riscaldamento); con tali tecniche di coltivazione è possibile attuare tecniche di forzatura o induzione alla fioritura con la semplice regolazione del fotoperiodo ed ottenendo in tal modo più cicli annuali.

Tali coltivazioni vengono effettuate con materiale clonale ottenuto da piante madri, mantenute allo stato vegetativo,

I fiori maschili sono organizzati in infiorescenze a pannocchia, composta da numerosi racemi ascellari. Il singolo fiore comprende: un perigonio a 5 pezzi e 5 stami (pendenti a maturità ed inseriti sul fondo del perigonio) a filamento breve con antere bi-loculari e deiscenti a secondo la lunghezza.

L’infiorescenza femminile si presenta come una falsa spiga, grossa, dritta e a ciuffo; essa si mostra molto più compatta e fogliosa dell’infiorescenza maschile.

Il singolo fiore femminile è composto da: una stipola, una brattea perigonale e un ovario uni-loculare sormontato da due stimmi filiformi sporgenti dalla brattea perigonale ricopritrice.

Il fiore femminile con la maturazione si ricoprirà progressivamente di tricomi ghiandolari, i quali sono il sito di bioaccumulo dei principi attivi, cannabinoidi e terpeni; la miscela di quest’ultimi conferisce ad ogni singola pianta un distinto odore, mentre i cannabinoidi sono pressoché inodori.

La morfogenesi del fiore femminile è collegata, ad un differente numero (variabile quantitativa) ed a un differente contenuto (variabile qualitativa) dei tricomi ghiandolari presenti sulla brattea perigonale ed in generale su tutti gli organi aerei, influendo quindi sulla produttività quantitativa e qualitativa in cannabinoidi. Nella produzione di canapa da destinare all’industria farmaceutica è molto importante che la raccolta venga effettuata nella fase di massima resa in cannabinoidi. Per tale tipologia di produzione assume rilevante importanza una conoscenza morfologica e fisiologica dei siti in cui avviene la biosintesi ed il bioaccumulo di dette sostanze.